La prima fase, come sempre quando si parla di controlli specialistici, è l’anamnesi, che consiste in un colloquio tra medico e paziente in cui l’urologo raccoglie informazioni utili ai fini della diagnosi. Le domande vertono sullo stato di salute generale e l’eventuale familiarità con alcuni tipi di malattie (es. tumori) a carico dell’apparato urinario, sull’assunzione (o meno) di farmaci, sullo stile di vita e sui sintomi avvertiti dal paziente. Dopo questa prima fase propedeutica, si passerà all’esame obiettivo. La parte di visita urologica specifica per l’uomo prevede un esame agli organi genitali e un controllo della prostata attraverso una palpazione del canale rettale. l’esplorazione rettale digitale è un esame fondamentale per indagare la presenza di disturbi urologici e andrologici e in particolare nella diagnosi preventiva, e dunque per avere un trattamento più efficace, del cancro alla prostata. Per questo motivo non vi si dovrebbe sottoporre soltanto in caso di sintomi come dolori e incontinenza ma anche in assenza di segnali, periodicamente. A seconda del problema riscontrato lo specialista può richiedere ulteriori indagini diagnostiche. È sempre importante portare con sé le precedenti cartelle cliniche, elencare al medico eventuali trattamenti in corso e far presente allo specialista se ci si è sottoposti a interventi recenti (meglio se con lettere di dimissioni).
Le rimanenti indicazioni dipendono dall’esame a cui bisogna sottoporsi.
- Esami ematici. I principali esami del sangue prescritti dall’urologo sono la creatininemia e il dosaggio del PSA.
- Esame delle urine. Serve a indagare la composizione dell’urina per individuare anomalie.
- Ecografia dell’addome completo.
- Ecografia pelvica.
- Ecografia transrettale.
- Ecografia testicolare o ecografia scrotale.
- UroTC (Tomografia Assiale Computerizzata delle vie urinarie).
- Uroflussimetria